Alcuni lavori ti chiamano. E quando è così sono chiamati solo impropriamente “lavori”. Finiscono per essere dei veri e propri “piaceri”, soprattutto quando le mani voglion essere all’altezza di un evento come la “nascita”. Tocchi il cartoncino con delicatezza e, nelle minuzie, cerchi di riversare tutto l’amore per questa nuova creatura in carne e ossa. Quando poi la scatola esplode mi piacerebbe che nello sguardo di chi assiste si scorgesse almeno un briciolo della meraviglia che si prova difronte ad un esserino che saluta per la prima volta il mondo.
E dopo le chiacchiere…
uno, due, tre: Boom!